Miele di Capitignano
L’apicoltura a Capitignano ha radici antiche, documentate da fonti che ne attestano diverse attività già nell’Ottocento.
L’apicoltura a Capitignano ha radici antiche, documentate da fonti che ne attestano diverse attività già nell’Ottocento. Grazie alla tecnica moderna, alla collaborazione tra apicoltori e alla loro continua formazione, oggi quella del miele è tra le produzioni d’eccellenza del territorio.
A Capitignano l’apicoltura è documentata almeno dall’Ottocento e, dopo una fase moderna iniziata nel secondo dopoguerra (con l’adozione delle arnie a favi mobili) e una crisi negli anni ’80 dovuta alla varroa, ha ripreso vigore negli ultimi vent’anni grazie a formazione, collaborazione tra apicoltori e tecniche aggiornate. Dal 2022 il Comune è membro dell’associazione nazionale Le Città del Miele.
Secondo il disciplinare De.Co., le principali tipologie riconosciute sono:
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Millefiori – il più diffuso, frutto della ricca biodiversità del territorio;
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Millefiori di alta montagna – raccolto oltre i 1.100 metri, con note più fresche e floreali;
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Ciliegio – dal sapore delicato e dal profumo fruttato;
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Castagno – più scuro, dal gusto intenso e leggermente amarognolo;
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Rovo – aromatico e corposo, tipico delle zone boscose e collinari;
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Melata – dal colore ambrato scuro e dal gusto meno dolce, ricco di sali minerali.
Accanto a queste varietà ufficiali, la ricchezza della flora locale consente la produzione anche di altre tipologie particolarmente apprezzate dagli apicoltori e dai consumatori, tra cui:
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Acacia – chiaro, molto dolce e di grande finezza;
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Santoreggia – raro e profumato, legato alle fioriture spontanee di montagna;
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Lupinella – dal gusto delicato e aromatico, tipico dei pascoli appenninici;
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Tarassaco – giallo intenso, dal sapore caratteristico e leggermente amarognolo;
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Melata di bosco – ricca e corposa, con note resinose e persistenti.