Tradizioni e Folclore
Nel cuore dell’Abruzzo, il borgo di Capitignano custodisce un ricco patrimonio di tradizioni popolari che legano strettamente comunità, religione e natura. Dalle cerimonie legate al pane di San Nicola e alla minestra di San Flaviano, ai riti pasquali del passalacqua e alla festa di San Antonio Abate, ogni evento racconta secoli di storia contadina, di devozione e di rispetto per i cicli agricoli. Queste celebrazioni non sono solo momenti di culto, ma veri e propri rituali di condivisione, memoria e protezione, in cui le famiglie tramandano saperi, ricette e simboli che hanno plasmato l’identità del territorio.
Il pane di San Nicola
La tradizione delle “cacchiette” è legata a San Nicola di Bari, santo protettore dei bambini e del grano. La celebrazione si svolge ogni anno il 6 dicembre e il 9 maggio, e rappresenta un rito di memoria e protezione, dove il pane viene offerto non solo ai vivi ma anche alle anime dei defunti.
Nel comune di Capitignano, ancora oggi alcune famiglie continuano a preparare questi pani cerimoniali. La sera del 5 dicembre si inizia a impastare e cuocere al forno a legna, anche durante la notte. Il giorno successivo, i bambini bussano alle case del paese per chiedere le “cacchiette”, pronunciando la frase: “Sia benedetta l’anima dei morti”. Le famiglie rispondono “Dio lo faccia”, mantenendo viva la memoria dei defunti. Questo gesto, oltre a ricordare gli antenati, rappresenta un’elemosina simbolica verso le anime dei morti e un augurio di protezione per la comunità.
La minestra di San Flaviano
Al termine della stagione dei raccolti, la comunità della parrocchia di San Flaviano donava una parte di grano e fagioli alla chiesa. Durante la festa del 24 novembre, parte di questi prodotti veniva distribuita ai poveri e parte utilizzata per preparare la minestra di San Flaviano. Il grano veniva macinato e trasformato in tagliolini, cotti insieme ai fagioli in grandi caldaie, e offerti ai paesani davanti alla chiesa. Questa tradizione rappresentava un momento di condivisione e solidarietà dopo la raccolta annuale.
Passalacqua
Il rito del passalacqua, celebrato il lunedì di Pasqua, consisteva nell’attraversare fiumi e torrenti come Mozzano, Morecone, Riano, Pago Vecchio e Riezzola, con l’intento di ristabilire un nuovo ciclo di vita. I maschi ricevevano in dono un cavallo di pane dolce, le femmine una pupa. Dopo la benedizione, le famiglie attraversavano insieme l’acqua come gesto di purificazione e augurio di un anno fortunato. La croce e la candela benedetta dalla chiesa completavano la protezione dei raccolti e dei campi secondo il calendario contadino pasquale.
Il maiale di San Antonio
La festa di San Antonio Abate, celebrata il 17 gennaio, è tra le più importanti tradizioni popolari dell’Abruzzo. Il santo, protettore degli animali e del lavoro nei campi, è ricordato attraverso la benedizione di maiali e altri animali domestici.
Il giorno della vigilia si accende il falò di San Antonio; le ceneri vengono conservate come reliquie. Le famiglie portano sale e pane benedetti, distribuiti agli animali per proteggerli da malattie e incidenti. Il maialino allevato dal villaggio passeggiava libero per le case come segno di buon auspicio. Durante la festa, il maiale veniva macellato e preparato insieme a farro, quagliata, rape rosse, tagliolini e fagioli, mentre gli animali erano decorati con nastri e ghirlande prima della benedizione. Questo rituale simboleggia la protezione, la prosperità e la continuità della vita agricola.